Il nome di questa grotta deriva, secondo la tradizione, dall’aver dato l’ospitalità a San Bernardino da Siena: nel XV sec. la grotta era infatti un eremo religioso. All’inizio del XVI sec. questa cavità, come altre dei Colli Berici, venne fortificata e trasformata in rifugio per dare riparo alle popolazioni locali quando l’entroterra della Serenissima era sottoposto alle scorrerie delle milizie imperiali. Nel 1510 all’epoca della Lega di Cambrai i mercenari al servizio dell’imperatore soffocarono con il fumo gli abitanti dei paesi vicini che avevano trovato rifugio all’interno della grotta. Nella parete destra, pochi metri oltre il muro, è scolpita una Madonna con bambino che testimonia l’uso di questa cavità anche come chiesa. Nella grotta di S. Bernardino si trova la più antica testimonianza preistorica del territorio vicentino. Il luogo è stato protagonista di numerose campagne di scavi: quelle condotte dal prof. Alberto Broglio hanno messo in luce materiali molto interessanti. I primi risultati delle datazioni radiometriche, ottenute con il metodo dell’Uranio/Torio, suggeriscono per gli strati più profondi età che si aggirano tra 250.000 e 150.000 anni.