Il Sinodo dei Giovani della Chiesa di Padova venne lanciato dal vescovo Claudio il 29 luglio 2016 durante la Giornata mondiale della Gioventù di Cracovia: «Desideriamo partire dalla vostra vita – aveva annunciato il vescovo Claudio – e vi chiediamo di aiutarci a ripensare, insieme, la Chiesa, perché voi siete la Chiesa non solo del futuro ma anche di oggi». Due le domande su cui il vescovo chiedeva ai giovani di interpellarsi e riflettere: «secondo voi giovani, che cosa il Signore vuole dalla Chiesa oggi? E come insieme potete servire i vostri amici anche non credenti?».
Da quel momento è partito un denso lavoro preparatorio dell’équipe di coordinamento e di circa cinquemila giovani che si sono ritrovati da settembre a dicembre 2017 in piccoli gruppi su alcune tracce di lavoro. Il risultato della riflessione è stato poi affidato all’Assemblea sinodale composta da 160 giovani tra i 18 e i 35 anni che ha letto, analizzato, riflettuto e pregato sulle 594 relazioni arrivate come risultato dei gruppi sinodali. Il risultato finale è il documento che verrà presentato al vescovo Claudio e alla Chiesa di Padova sabato 19 maggio, da qui se da un lato si conclude il percorso del Sinodo dei Giovani, dall’altro si apre la riflessione diocesana a partire dalle suggestioni, indicazioni, richieste, proposte che arrivano dai giovani.
«Il testo finale del Sinodo dei Giovani – spiega il coordinatore del Sinodo dei Giovani, don Paolo Zaramella – è stato pensato come una sorta di lettera dei giovani alla Chiesa di Padova di cui anch’essi sono parte. È la conclusione di un cammino iniziato due anni fa ma anche è un punto di partenza: è un testo ma anche un pretesto per iniziare tanti dialoghi ulteriori nelle parrocchie, tra giovani, adulti e preti e costruire così delle comunità più belle, accoglienti, autentiche ed evangeliche. Il testo scritto dai 160 giovani dell’Assemblea sinodale non è semplicemente un riassunto di quello che i 5000 giovani coinvolti nella prima parte del Sinodo hanno detto ma è una risposta a una domanda grossa e impegnativa che ha posto loro il vescovo: Cosa secondo te vuole il Signore dalla Chiesa di Padova? Una risposta data in un clima di preghiera, di confronto, di ascolto del Vangelo e delle sue esigenze, a confronto con le migliaia di voci espresse dai 5000 giovani che hanno partecipato alla prima fase».
Da parte sua il vescovo Claudio, ha ricevuto ufficialmente il testo finale e che in questi mesi ha accompagnato da vicino il lavoro dei giovani, e si è detto profondamente contento di quanto già accaduto: «indipendentemente da quello che sarà e che emergerà dai giovani e dalla riflessione che si aprirà ora – sottolinea mons. Cipolla – il lavoro fatto da questi giovani rappresenta già un esempio per gli adulti, per quanto riguarda lo stile di ascolto e discernimento e il metodo adottato. I nostri giovani hanno lavorato molto e bene, con entusiasmo ed è significativo che in molti casi abbiano sentito il desiderio di ritrovarsi ancora, oltre agli appuntamenti richiesti».